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Raffaele Viviani - Il teatro

Raffaele Viviani

a cura di Nunzia Acanfora


E ce ne stanno fatiche...

R. Viviani

Il Vicolo

Questo testo teatrale, scritto nel 1917, ha un altissimo valore emblematico, perché è il primo atto unico elaborato da Viviani dopo l'esperienza del Varietà e rappresenta il passaggio dal numero alla commedia.
'O vico andò in scena per la prima volta il 27 dicembre 1917 al Teatro Umberto di Napoli (Viviani vi interpretava ben tre ruoli: l'Acquaiuolo, il Guappo innamorato e lo Spazzino).
In questo atto unico del 1917 domina un tema che ricorre spesso nel teatro di Raffaele Viviani: la disoccupazione. Questo tema, già presente nelle prime macchiette vivianee ('O Mariunciello), appare chiaro in 'O vico, dove si contrappongono personaggi di diverse fasce sociali, ma tutti oppressi dal problema della ricerca di un posto di lavoro. Viene fuori l'immagine di una Napoli sofferente, povera, amara e misera. Qui il realismo di Viviani è indiscutibilmente crudo.
La commedia è ambientata in un vicolo napoletano, con la sua miseria ed i suoi bassi. Vi compaiono dodici personaggi, che sono solo alcuni dei tipi più significativi ed originali del teatro di Viviani: Mastu Rafele, il ciabattino in miseria, con la moglie Rachele, giocatrice del lotto; i due innamorati (Prezzetella, 'a capera e l'Acquaiuolo) che sperano un giorno di potersi sposare; Donna Nunziata, 'a cagnacavalle; Totore, 'o guappo 'nnammurato; lo Spazzino e Ferdinando, 'o cane 'e presa.