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Raffaele Viviani - Il teatro

Raffaele Viviani

a cura di Nunzia Acanfora


E ce ne stanno fatiche...

R. Viviani

L'ombra di Pulcinella

L'ombra di Pulcinella, commedia in due atti, andò in scena, con successo, per la prima volta il 20 settembre 1933, al Teatro Odeon di Milano; in seguito fu rappresentata al Teatro Goldoni di Venezia.
Nonostante il buon successo iniziale, la commedia in seguito fu poco apprezzata, tanto da non essere più rappresentata.
L'idea centrale del dramma è la figura di un vecchio attore, Vicienzo Santangelo, che vede ogni giorno di più naufragare la sua povera compagnia di comici popolari, costretta a recitare nelle baracche o addirittura nelle piazze dei paesi quando c'è la fiera. Egli assiste con malinconia alla scomparsa di Pulcinella dalla scena. È malato e deve recitare per dare pane alla moglie ed al figlio, per dare ancora vita alla maschera che adora come un mito.
Questa commedia insieme a Siamo tutti fratelli, assume un ruolo fondamentale nella ricca produzione di Viviani, proprio per la presenza della maschera di Pulcinella e del suo ruolo in un secolo, come il Novecento, in cui essa sembrerebbe desueta.
Questo aspetto è stato accuratamente analizzato da Domenico Scafoglio nel volume intitolato Pulcinella. Il mito e la storia (Milano, Leonardo, 1990).
Da un punto di vista linguistico - come osserva Antonia Lezza - L'ombra di Pulcinella ha una sua concretezza ed un accentuato realismo, particolarmente evidenti in alcune espressioni e modi di dire e nella specifica terminologia legata al mondo del teatro (uno 'e ll'arte; teatriello; hann'a fa' 'o lucale; cammarino).