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Peppino De Filippo - Il teatro

Peppino De Filippo

a cura di Daniela Piscopo

 

Considerate, vi prego, il mio teatro lo specchio di voi stessi...

P. De Filippo

 

Un ragazzo di campagna

Un ragazzo di campagna è una farsa in due parti che aveva come titolo originario il verso di una serenata molto in uso nelle feste di matrimonio in Campania cioè Tutti uniti canteremo, rappresentata per la prima volta al Teatro Nuovo di Napoli nel 1931. La trama ruota intorno alle nozze di Pasqualino e Lucia, organizzate dal fratellastro di lui, Giorgio. Questi, per guadagnare una consistente somma di denaro, si accorda con il padre della ragazza che vuole far sposare la figlia, dal carattere chiuso e difficile, che ha sempre rifiutato qualsiasi pretendente. Solo a nozze avvenute si scopre la ragione dell'ostilità di Lucia: è segretamente innamorata di Enrico con il quale fuggirà dopo che costui avrà malmenato Giorgio.

AMBIENTAZIONE: l'azione, come ci suggerisce la didascalia, si svolge in Italia, in un piccolo paese (non precisato), d'estate negli anni '30. L'allestimento scenico ci presenta un primo atto ambientato in un negozio di alimentari. Al centro il bancone con una bilancia; a sinistra un focolare dove bollono le pentole, più avanti un tavolo e alle spalle una scala che conduce alle stanze del piano superiore. A destra vi è un'ampia porta che immette nel cortile, a mò di quinta laterale, da dove entrano ed escono i personaggi. Il secondo atto invece presenta una grande camera da letto con mobili antichi. A sinistra è posto il letto matrimoniale su cui poggiano i regali di nozze e una porticina a muro che immette nel bagno, sormontata da una piccola finestra ovale. A destra una porta aperta che funge da quinta laterale e in fondo, al centro, una porta finestra che conduce su una terrazza.
PERSONAGGI: anche in questo caso l'autore è molto preciso nella descrizione dei protagonisti dell'opera con informazioni particolarmente dettagliate. Avremo quindi Concetta, balia di Pasqualino di 60 anni; Giovanni, il calzolaio di 25 anni; Giorgio Paternò di 40 anni; Pasqualino Paternò, suo fratellastro di 20 anni; Margherita Paternò, detta la "baronessa", moglie di Giorgio di 35 anni; Vincenzo, il brigadiere di 50 anni; Don Gennaro, benestante di 60 anni; Lucia, sua figlia di 18 anni; Don Alessio, il medico di 50 anni; Amalia, sua moglie di 40 anni; Enrico Canestri, giovane amante di Lucia di 25 anni; due invitati, rispettivamente di anni 20 e 25; una cameriera grassa di 50 anni; una magra di 30 anni; tre paesani di 30 e 40 anni e altri invitati tra uomini, donne, ragazzi e ragazze.
TECNICHE LINGUISTICO-STILISTICHE: la farsa, in lingua, utilizza schemi semplici, basati su dialoghi leggeri, effervescenti capaci di grandi slanci comici. Come sempre Peppino si serve di tutti quegli ingredienti che sanno conferire al testo ampio respiro, movimento, in cui spesso la mimica prevarica sulla parola e sulla sonorità per trascinarle nel suo vortice di sguardi mutevoli, gesti, smorfie, fino a quando non le concede di nuovo il controllo e il protagonismo assoluto della scena.