Eduardo De Filippo
a cura di Damiano Camarda
Ogni tentativo di dare alla vita un qualunque significato è Teatro.
E. De Filippo
a cura di Damiano Camarda
Ogni tentativo di dare alla vita un qualunque significato è Teatro.
E. De Filippo
Nel 1932, dopo aver rimesso a nuovo lo storico Teatro Sannazaro a Napoli, l'impresario Armando Ardovino chiese ad Eduardo di impiantarvi una compagnia stabile. Il debutto della nuova Compagnia del Teatro Umoristico - I De Filippo avvenne il 10 Ottobre del 1932.
L'intera formazione, composta in tutto da oltre venti persone, vedeva Eduardo nel ruolo di direttore artistico, Peppino in quello di amministratore, Titina come primattrice e, tra gli altri attori, Agostino Salvietti e Tina Pica. Per lo spettacolo di debutto, la scelta cadde sulla commedia in due atti Chi è cchiù felice 'e me...!?, scritta da Eduardo, ed un atto unico di Peppino dal titolo Amori e... balestre.
La trionfale stagione nel teatro napoletano segnò per la compagnia l'inizio di una tournée che toccò varie tappe importanti - Bari, Genova, Torino, Bologna - per approdare poi al grande successo romano del 1933. Il Teatro Sannazaro costituì la sede della compagnia fino al 1934. In quell'anno, la fama del gruppo dei De Filippo si consacrò nella stagione milanese, iniziata il 15 Marzo al Teatro Odeon e proseguita poi al Teatro Olimpia.
La Compagnia del Teatro Umoristico - "I De Filippo" agì fino al 1944 con crescente successo di pubblico e critica, nonostante l'ostilità della politica culturale fascista nei confronti della letteratura vernacolare. I testi di repertorio furono per lo più scritti da Eduardo (fatta eccezione per alcuni testi di Feydeau, D'Ambra, Murolo e, successivamente, Pirandello) ed essenzialmente farseschi, anche se sempre drammaturgicamente dignitosi.
La pur brillante attività della compagnia non fu esente da dissapori e rivalità tra gli attori ed i fratelli stessi: nel 1938, Titina e suo marito Pietro Carloni si distaccarono, sembra, per via della rivalità della primadonna con la giovane Lidia Maresca. I due si riunirono al gruppo solo nel 1942. Una rottura ben più grave maturò invece tra Peppino ed Eduardo, aggravata da due "fiaschi": Io, l'erede di Eduardo nel 1942 e Il diluvio di Ugo Betti nel 1943. Contrasti artistici e difficoltà economiche, dovute anche alla guerra, portarono allo scioglimento definitivo della compagnia, avvenuto il 10 Dicembre 1944 al Teatro Diana a Napoli.
Titina restò con Eduardo, mentre Peppino scelse di intraprendere una strada autonoma.