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Achille Torelli - La vita

Achille Torelli

a cura di Marco Di Maro

 

Come tutti i raggi del sole per entro una lente si riducono a uno solo, così tutte le potenze delle Arti si riducono ad una sola sul Teatro.

A. Torelli

Erudito e conferenziere

Achille Torelli che da molti anni si dedicava all'esegesi biblica nel 1891 diede alle stampe una versione storica del Cantico dei cantici seguita da un volume di Congetture e da una versione in dialetto napoletano del Cantico: La canzone di Salomone, ovvero sia la mamma de tutte le canzone votata e spiegata a lengua nostra (Napoli, Giannini, 1892). La Biblioteca Nazionale di Napoli conserva un pregevole copione manoscritto del Cantico dei cantici che attesta la volontà dell'autore di rappresentare l'opera, ma il progetto non si realizzò. Sono questi gli anni in cui Torelli si consacra a diffondere un ideale di arte infaticabilmente costruito così come andavano facendo molti scrittori del tempo, Giacosa e De Sanctis, e come loro divenne un brillante conferenziere.
Discusse le sue tesi nei club letterari di Napoli e di altre città italiane. Nella sua città si pronunciò al circolo filologico in cui tenne una conferenza Giosuè Carducci nel 1892 durante la sua seconda visita a Napoli. Nel 1895 Pessina incontrò Emile Zolà al quale espose la sua poetica antinaturalista, pubblicando poi i suoi principi di estetica nel volume: La Scienza dell'Arte.
Quando, poi, alla Nazionale, grazie a una donazione del conte Edoardo Lucchesi-Palli, venne costituita una sezione comprendente soprattutto opere teatrali fu chiamato a dirigerla proprio Torelli, nel 1897, in virtù delle sue competenze. Per alcuni dissensi tra il conte e l'abate Fornari, Torelli preferì dimettersi successivamente. Dopo una breve esperienza al Ministero della Pubblica Istruzione a fianco del ministro Martini (1918-1919) divenne direttore della sezione "San Giacomo" della medesima Biblioteca nel 1900 e vi rimase per sedici anni distinguendosi come bibliotecario e studioso di febbrile attività.
Sul finire dell'Ottocento Torelli fu tra i fondatori del fortunato periodico "Monsignor Perrelli" sul quale satireggiava contro personaggi della cultura contemporanea.
Nel 1906 pubblicò il volume: L'Arte e la Morale in cui raccolse tutte le sue conferenze degli ultimi anni, tra cui quella del 24 aprile 1902, dibattuta a Bologna, in cui con Enrico Panzacchi trattò della morale nell'arte. Il volume fu corredato in appendice del carme Alla vita e alla sua parola, una sintesi in versi delle sue teorie estetico morali. Agli inizi del Novecento, in tarda età sposò Adele Prado e adottò come figlio il nipote e collega bibliotecario Tello Torelli. Il 31 gennaio 1922, intento a riordinare i suoi scritti, si spense.