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Raffaele Viviani - Il cinema

Raffaele Viviani

a cura di Nunzia Acanfora


E ce ne stanno fatiche...

R. Viviani

Viviani e il cinema

Raffaele Viviani ebbe un grande interesse per il cinema, sul cui tema scrisse qualche poesia, ed ambientò un suo atto unico del 1918, Piazza Ferrovia, proprio all'ingresso della storica Sala Iride aperta a Napoli nel 1901.
Pochi, ma non privi di significato furono i contatti di Viviani con il cinema. Nel 1912 interpreta tre film muti, tra i quali Amore selvaggio. Gli altri due film, la cui pellicola è andata persa, sono La catena d'oroTesta per testa.  Ma il suo capolavoro nel cinema è La tavola dei poveri del 1932, diretto da Alessandro Blasetti.
Nel 1938, accettò la proposta della Juventus Film di realizzare una versione cinematografica della sua commedia L'ultimo scugnizzo, quasi sette anni dopo l'indimenticabile prima assoluta al Teatro Piccinni di Bari.
Dei film interpretati da Viviani, bisogna ricordare che egli stesso fu autore di ogni colonna sonora.
Il settimo film che Viviani doveva interpretare non fu mai realizzato, purtroppo, rimase un progetto sulla carta; doveva essere la riduzione del suo lavoro teatrale Pescatori, con la regia di Luchino Visconti.
Viviani, ancora una volta, mostra la sua attenzione verso il cinema con la poesia Film sonoro (1928), in cui ironizza sull'avvento del cinema sonoro. Egli, attento osservatore, capì immediatamente quale fosse la vera consistenza del meccanismo dissacratorio industriale; infatti, i versi di questa poesia sono un'aspra satira nei confronti del film sonoro americano.
Raffaele Viviani è stato definito dalla critica come un precursore del Neorealismo cinematografico, se non come autore-regista, senza dubbio quale interprete efficacissimo.

Nota bibliografica

Filmografia