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Autori - Manlio Santanelli

Manlio Santanelli

a cura di Barbara Barone

 

Beati i senza tetto perché vedranno il cielo.

M. Santanelli

La vita

"Sono un autore malato, sono un autore meschino, tendo al comico per disposizione naturale..." così esordisce Santanelli in Memorie dal Sottotesto, una sorta di autobiografia in cui il drammaturgo si diverte ad ironizzare su di sé e sul teatro.
Amatissimo all'estero, in particolar modo in Francia, dove i suoi testi sono stati tradotti, pubblicati e continuamente riproposti al pubblico, Manlio Santanelli è oggi considerato uno dei più significativi scrittori di teatro.
Nasce l'11 febbraio 1938 a Napoli, dove trascorre tutta la sua infanzia e la sua giovinezza. Egli stesso ha affermato più volte che, il fatto di essere nato in una famiglia borghese ha influito notevolmente nella sua formazione artistica. Egli, infatti, non apprende subito il dialetto, ma vi si accosta in età adulta tramite la letteratura napoletana ed in particolare attraverso La Vaiasseida di Giulio Cesare Cortese e il Pentamerone di Giovan Battista Basile, che a suo parere sono testi in cui "il napoletano ha preso coscienza di essere una lingua". Anche tutto il complesso delle canzoni napoletane dalle origini ad oggi, vero patrimonio di lingua che si è andata evolvendo nel tempo, gli è stato di grande aiuto. Inoltre gli studi classici e la laurea in giurisprudenza hanno contribuito alla sua profonda formazione.
Le letture che hanno formato il giovane Santanelli sono state soprattutto improntate ad uno studio dei classici europei che ancora adesso esercitano una certa influenza sul suo stile. Inoltre, nei primi 20 anni ha affiancato agli studi lo sport; nel basket è arrivato fino alla serie B, ma... vista dalla panchina!
Dal 1961 al 1980 lavora per la RAI come sceneggiatore radiofonico e televisivo ed ha modo di conoscere i più illustri rappresentanti del mondo dello spettacolo. Lavorando a stretto contatto con i migliori attori e registi italiani, Santanelli apprende quello che lui stesso chiama "il primo grado della scrittura teatrale", vale a dire la trasposizione di un testo dalla pagina alla scena, anche se in questo periodo è ancora una scena televisiva.
Nel 1981 avviene la grande svolta: Santanelli vince, con il suo primo testo teatrale, Uscita d'emergenza, il premio IDI (Istituto Dramma Italiano) ed il premio ANCI (Associazione dei Critici Italiani). Dopo una seconda prova, L'Isola di Rancho, che non fu accolta con grande entusiasmo, il successo del drammaturgo viene riconosciuto e consolidato dall'uscita nel 1985 di Regina Madre, testo tradotto in diverse lingue, dal francese al russo, ed ancora oggi rappresentato in molti paesi.
Santanelli ha peregrinato tra Napoli, Roma e l'Umbria, per poi tornare e stabilirsi a Napoli, dove attualmente abita con la sua compagna e una gattina randagia a cui è affezionatissimo.
Si è sposato e ha divorziato due volte. A tal proposito sostiene che il matrimonio dovrebbe rientrare nella convenzione di Ginevra.
Suona la chitarra classica e presume di conoscere pressoché tutte le canzoni napoletane dal Duecento ad oggi. Amerebbe essere considerato uno specialista di Conrad, di cui legge e rilegge con avidità romanzi e racconti.
Ama la poesia contemporanea purché straniera e scrive testi di cui vorrebbe essere spettatore a teatro. Oltre ad essere riconosciuto come un esponente della nuova drammaturgia napoletana, oggi Santanelli rappresenta anche una delle voci più significative del teatro europeo contemporaneo.