Peppino De Filippo
a cura di Daniela Piscopo
Considerate, vi prego, il mio teatro lo specchio di voi stessi...
P. De Filippo
a cura di Daniela Piscopo
Considerate, vi prego, il mio teatro lo specchio di voi stessi...
P. De Filippo
Peppino De Filippo nasce a Napoli il 26 agosto del 1903 dal celebre Eduardo Scarpetta e Luisa De Filippo.
Ultimo di tre fratelli (Eduardo e Titina) Peppino è stato uno dei comici italiani più ricchi di fantasia del Novecento, creando testi e linguaggi raffinati, attingendo sia alla poesia, sia alla narrativa che alla musica. I primi cinque anni della sua vita li trascorre a Caivano con la balia. Nel 1909, a soli sei anni, debutta sulle tavole del palcoscenico del teatro Valle di Roma nella commedia Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta, in cui riveste il ruolo del piccolo Peppiniello, figlio di Felice Sciosciammocca. Intanto studia pianoforte e continua a recitare saltuariamente da solo o con i fratelli. Viene poi inviato nel collegio di Chierca dove rimane per due anni controvoglia. Allo scoppio della prima guerra mondiale i tre fratelli scritturati nella compagnia di Vincenzo Scarpetta girano l'Italia centro-meridionale, fermandosi al Teatro Mercadante e al Fiorentini di Napoli. Nel 1920 Peppino entra a far parte della compagnia di prosa Molinari al Teatro Nuovo dove ha il piacere di conoscere Totò. Lavora poi nella compagnia dialettale di Francesco Corbinci al Teatro Partenope nel ruolo di "generico" con la sorella Titina che è invece prima attrice. Successivamente passa nella compagnia di riviste di Francesco Amodio sempre nel ruolo di "generico", mentre dal 1923 al 1925 sconta il servizio militare presso la Scuola Allievi Sottoufficiali di Casagiove. Finalmente a 22 anni rientra nell'ambiente teatrale, scritturato dalla compagnia di prosa napoletana di Salvatore De Muto. Dopo la morte di Eduardo Scarpetta, cui fece seguito un periodo di difficoltà finanziarie, lascia De Muto e accetta di entrare a far parte della compagnia di avanspettacolo Consalvi-Urcioli, solo, come ebbe a sottolineare più tardi, per avere maggiori e più sicure possibilità economiche. Ma le cose non vanno come previsto e, facendosi dare ospitalità da Eduardo, nel 1927, occupa nella compagnia di Vincenzo Scarpetta il ruolo di attore "brillante" al Teatro Manzoni, lasciato libero dal fratello che nel frattempo era passato nelle fila della compagnia Carini-Falconi. Ritornato Eduardo, dopo la non proficua esperienza del teatro "in lingua", i due fratelli lavorano insieme nella compagnia Scarpetta e, nell'estate dello stesso anno 1927, su proposta di Michele Galdieri mettono su un capocomicato per proporre La rivista che non piacerà debuttando con successo al Fiorentini di Napoli.
Il 10 ottobre del 1929 Peppino sposa Adele Carloni e nel 1930 nasce il figlio Luigi. Lo stesso anno entra a far parte della compagnia Molinari del Teatro Nuovo di Napoli che mette in scena uno spettacolo di rivista dal titolo Pulcinella principe in sogno a cui collabora anche Eduardo con l'atto unico Sik-Sik l'artefice magico. Nel dicembre del 1931 il contratto con l'impresario del Nuovo, Eugenio Aulicino, scade e i tre fratelli ne sottoscrivono un altro col cinema-teatro Kursaal, con il nome "Compagnia Teatro Umoristico: i De Filippo". Scrive Peppino, ricordando quell'esperienza nella sua autobiografia: "Sottoscrivemmo un breve impegno per avanspettacolo della durata di una sola settimana... Con il solito gruppo di attori vi debuttammo la sera del 21 dicembre del 1931 con un atto scritto appositamente da mio fratello dal titolo Natale in casa Cupiello... Quel nostro senso teatrale di humor, quel parlare cioè con sorriso amaro di cose affatto liete, quel presentare con un velo di comicità ciò che in realtà è triste e penoso fu il cardine intorno al quale si mosse il nostro successo. L'impresario ci propose un terzo prolungamento di contratto e alla fine la fortunata stagione si protrasse per ben sette mesi consecutivi: dalla fine di dicembre del 1931 alla fine di luglio del 1932".
Finalmente il 10 ottobre del 1932 i tre fratelli creano una propria compagnia di prosa autonoma debuttando al Teatro Sannazaro di Napoli con Chi è cchiù felice 'e me di Eduardo e con Amori e balestre di Peppino. Nello stesso anno Peppino gira il suo primo film Tre uomini in frak assieme al fratello e a Tito Schipa. Segue un periodo di grandi successi, tournèe in tutta Italia, nuove commedie, critiche eccellenti. La stella dei De Filippo sembra destinata a non tramontare mai, invece il 10 dicembre del 1944, al Teatro Diana di Napoli la compagnia si scioglie. Nello stesso dicembre Peppino partecipa alla rivista di Michele Galdieri con Imputato alzatevi e Non sei mai stato così bello al Teatro Quattro Fontane di Roma.
Il 24 agosto del 1945, dopo essersi separato dalla moglie, debutta con la sua nuova compagnia a Milano, al Teatro Olimpia, con la commedia di Armando Curcio I casi sono due. Il 24 aprile del 1946 è invece a Roma con Quelle giornate, ottenendo un successo strepitoso con oltre 266 repliche nelle due stagioni consecutive. Seguiranno tante altre commedie esaltate da pubblico e critica. Soprattutto Peppino troverà un proprio stile di fare teatro che caratterizzerà tutta la sua produzione successiva. Più tardi acquisterà una casa-teatro a Roma occupandosi della gestione del Teatro delle Arti dal 1959 al 1969.
Nel 1971 Lidia Maresca sua compagna d'arte e di vita muore, lasciandolo profondamente addolorato. Continua comunque a recitare e dopo vari anni nel 1977 sposa Lelia Mangano, sua partner in compagnia. Lavora con passione: nel 1956 è in tournèe in Sud America e in Spagna; nel 1963 è a Parigi dove riceve il premio della critica del Thèatre des Nations per la sua opera; nel 1964 è ospite a Londra per la World Theatre Season all'Aldwich Theatre; dal '65 al '69 viaggia tra Praga, Varsavia, Unione Sovietica, Jugoslavia, Svizzera, Portogallo, Spagna, Francia e torna nuovamente a Londra nel '74. Contemporaneamente s'immerge con onore anche nel cinema, collaborando con Totò a numerosi film, e nella televisione, creando nel '66 la celebre maschera di Pappagone per la trasmissione "Scala Reale".
Peppino scomparirà il 26 gennaio del 1980 lasciando un grande lutto nel mondo del teatro.