Raffaele Viviani
a cura di Nunzia Acanfora
E ce ne stanno fatiche...
R. Viviani
a cura di Nunzia Acanfora
E ce ne stanno fatiche...
R. Viviani
Raffaele Viviani ebbe un intenso rapporto di amicizia e di collaborazione artistica con Luigi Pirandello. L'autore-attore napoletano fu molto stimato dal drammaturgo siciliano di cui traspose in dialetto napoletano tre testi: La patente, Pensaci, Giacomino! e Bellavita. Tale rapporto è testimoniato da uno scambio di lettere tra Pirandello e Viviani, custodite da Luciana Viviani nella raccolta di lettere familiari e non.
Il primo capolavoro pirandelliano che Viviani portò in scena nel 1924 è La patente, il cui titolo in napoletano divenne 'A patente. Lo jettatore Rosario Chiàrchiaro, Pasquale Schiattarella nella versione napoletana, ebbe in Raffaele Viviani un interprete eccellente.
Nel 1933 Viviani mise in scena Pensaci, Giacomino! ottenendo un grandissimo successo, come autore e come attore, salutato con entusiasmo dalla critica e dallo stesso Luigi Pirandello in una lettera.
A distanza di dieci anni, nel 1943, Viviani realizza ancora una trasposizione di un'opera di Pirandello: Bellavita, un lavoro giovanile dello scrittore siciliano, portato alla ribalta da Raffaele Viviani, con vivissimo successo, al Teatro delle Palme di Napoli.
Le recensioni dei critici del tempo, fanno di questo magnifico attore napoletano uno stimato interprete pirandelliano. Naturlamente il binomio Pirandello-Viviani fu accolto in maniera festosa ed entusiastica, grazie anche alla capacità interpretativa ed alla duttile sensibilità del grande artista napoletano.