Le recensioni degli studenti di Letteratura Teatrale Italiana a.a. 2015-2016
ANNA VERDINI: “Vicini di stalla” - La storia di un Natale atipico, 15 dicembre 2015
La sala piena di gente, tutti aspettano con ansia l’inizio dello spettacolo ed il loro vociferare si placa soltanto all’apertura del pesante sipario rosso. Due degli attori protagonisti sono già in scena e sembra quasi che il pubblico, con il suo arrivo, voglia interrompere il dialogo tra i personaggi che, con tono comico, iniziano a raccontare la vicenda. Va in scena Vicini di stalla, testo scritto a quattro mani da Antonio Grosso e Francesco Stella, con la regia di Ninni Bruschetta. I protagonisti dello spettacolo, insieme con gli autori, sono Antonello Pascale e Federica Carrubo Toscano.
Attraverso il viaggio e le avventure che devono affrontare i protagonisti, si racconta l’attesa e la nascita di un bambino destinato a cambiare le sorti dell’umanità, in quanto i due pastori diventeranno, appunto, i vicini di stalla della fortunata coppia. Corallo e suo nipote, Armonio, sono due pastori nomadi che, dalla Magna Grecia, compiono un lungo viaggio fino a Betlemme, dove si sistemano in una grotta: è proprio all’interno di questo ambiente che si svolge gran parte dello spettacolo. Assistiamo allo svolgimento degli equivoci causati dalla condotta non proprio esemplare dei due ed alla loro conoscenza con il rabbino, proprietario della grotta, e con la loro vicina Sara.
In scena ci sono quattro quinte laterali nere, due sgabelli ed un carro, che funge anche da credenza, al cui interno i personaggi conservano le loro vivande; tutto il resto è affidato all’uso delle luci che accompagnano i toni e gli umori degli attori. I colori predominanti sono il rosso ed il verde: solo durante l’apparizione della stella cometa la scena si riempie di blu e l’impatto visivo risulta essere di una bellezza notevole. Gli abiti di scena, volutamente, non offrono la possibilità di contestualizzare storicamente la vicenda: analizzando, infatti, i costumi di ogni singolo personaggio, è evidente che il rabbino è abbigliato come un nostro contemporaneo, i protagonisti come due contadini di altri tempi e Sara, invece, sembra essere appena ritornata da una manifestazione del ’68. Questa diversità serve a sottolineare l’importanza e l’universalità del tema trattato, senza mai cadere nel banale; anzi, spinge lo spettatore a riflettere sulla tolleranza, sulla fiducia che possiamo riporre in tutti gli esseri umani e sulla diversità che ci contraddistingue tutti.
Durante il secondo atto lo spettatore non può assistere alla nascita di Gesù in maniera diretta, poiché la vicenda viene solo raccontata dai protagonisti in scena. Il primo atto appare più leggero e meno drammatico, rispetto al toccante secondo atto, durante il quale sono raccontati alcuni episodi biblici, come la fuga di Maria, Giuseppe e Gesù ed il genocidio. A fine spettacolo, il carro e gli sgabelli vengono portati fuori scena, Corallo ed Armonio rientrano portando addosso una croce, la scena si colora di verde e gli attori si sistemano in prima quinta a destra e in prima quinta a sinistra, mentre al centro viene proiettata un’altra croce. I due attori rappresentano i ladroni condannati a morte sulla croce, secondo la tradizione cristiana.
Tutta la platea si è mostrata attenta e divertita, durante tutta la durata della rappresentazione. Il pubblico applaude soddisfatto ed è “esortato” ad un’attenta riflessione sui temi trattati da questo lavoro teatrale. Più di ogni altro aspetto, sarà proprio l’invito alla riflessione a rimanere impresso nel ricordo di chi ha assistito a questo spettacolo, caratterizzato da spunti interessanti sia per i costumi, sia per i dialoghi, che per la stessa scenografia e la sua utilizzazione scenica da parte del regista e degli attori protagonisti. Lo spettacolo, ospite per una sola serata al teatro Italia, farà tappa in varie città italiane, tra cui Roma.
Anna Verdini
Scheda dello spettacolo
Vicini di stalla
di Antonio Grosso e Francesco Stella
regia Ninni Bruschetta
con Ciro Scalera, Antonello Pascale, Federica Carruba Toscano
Eboli, Teatro Italia, 15 dicembre 2015