Le recensioni degli studenti di Letteratura Teatrale Italiana a.a. 2015-2016
ANNA VERDINI: Un viaggio tra la vita e la morte con “Settaneme”, 26 gennaio 2016
Il pubblico attende con ansia l’inizio dello spettacolo: è una prima, tutti sembrano molto curiosi, ma le luci si spengono e non si riaccendono, il sipario è ancora chiuso. Improvvisamente compare nella penombra una figura, una donna vestita di nero che, con un prologo, introduce tutti nella storia: è la figura della morte. Si assiste alla messa in scena dello spettacolo Settaneme al Teatro Italia di Eboli. Il testo nasce dalla sapiente penna del giovane e talentuoso autore-attore ebolitano Bruno Di Donato, capocomico della “Compagnia del Bianconiglio”, composta da Umberto Del Priore, Serena Urti, Sara Rocco, Angela Matonti, Lucia Lanzara e Daniela Della Rocca. L’autore, fortemente legato alle tradizioni della sua terra e alle sue radici, decide di raccontare la storia di queste persone che hanno oramai abbandonato la vita terrena in circostanze alquanto tragiche e si ritrovano in un limbo, alla ricerca di una nuova collocazione. Ogni anima appartiene ad una diversa epoca e, durante la rappresentazione, i personaggi raccontano la propria storia e la loro morte: rappresentano un pezzo di tradizione locale e, attraverso i loro racconti, lo spettatore è trasportato in un mondo onirico nel quale convivono diverse entità. L’ambientazione rappresenta un “non-luogo”, all’interno del quale le anime si sentono perse e spaesate, vagano all’interno dello spazio scenico. Le pietre antiche ed usurate dal tempo simboleggiano l’animo distrutto e affranto dei protagonisti, ma non solo: infatti, fungono anche da riferimento geografico poiché la scenografia rappresenta le antiche fornaci romane, all’interno del complesso archeologico ebolitano. Lo spettatore rivive la tradizione e compie un viaggio nella storia, insieme con gli attori. Le anime sono sei, alle quali si aggiunge la figura della morte, e si presentano una alla volta: il prete corrotto vissuto nel 1765, la janara morta in solitudine dopo aver subito un processo, (che rappresenta l’unico caso storico giuridico salernitano riportato negli archivi della Santa Inquisizione), l’avvocato del ‘600 ucciso dalle mafie e rinchiuso in un sarcofago all’interno della chiesa della Madonna del Carmine ad Eboli, una strangolatrice detta “ ’a Strangulatora “, una vergine del Rinascimento e la povera Angelina, accusata di essere un licantropo e soprannominata da tutti “maara”. Anche la Morte, come le anime, è confinata in quella sorta di limbo perché nessuno crede in lei e nessun essere umano trova conforto al suo arrivo. L’uomo non crede più a nulla e anche il passaggio dalla vita terrena a quella ultraterrena si complica, poiché i vivi hanno perso la fede e non riescono a dare conforto ai defunti per aiutarli durante questa fase di passaggio.
Lo spettacolo alterna recitativi a canti. Il tutto è abilmente mescolato e anche il movimento del corpo di alcuni protagonisti rende particolari alcuni passaggi. Lo spettatore riesce ad entrare nello spettacolo e a vivere in prima persona le vicende narrate, attraverso episodi che appartengono al folklore locale. Alla fine della vicenda le “settaneme” riescono a capire perché non riescono ad abbandonare quel luogo: devono iniziare a credere che la loro morte non sia stata vana e dimenticata da tutti, così come i vivi devono iniziare a ricordare, ricercare le proprie origini per non rischiare di smarrirsi e diventare “fantasmi viventi”. Tutti devono compiere questo processo di consapevolezza, anche la morte, così insieme riescono a liberarsi e a passare oltre. Al volgere della rappresentazione il pubblico si è rivelato entusiasta, la compagnia è riuscita a dare una grande prova.
Settaneme è uno spettacolo adatto a tutti, uno spettacolo da vedere per apprezzare il valore delle proprie origini e delle radici. Lo spettacolo è in concorso al Festival “La Maschera d’Oro” di Vicenza ed è l’unico che rappresenta l’Italia meridionale in gara.
Anna Verdini
Scheda dello spettacolo
Settaneme
di Bruno Di Donato
arrangiamenti musicali di Christian Peduto
regia Bruno Di Donato
con Bruno Di Donato, Umberto Del Priore, Lucia Lanzara, Angela Matonti, Daniela Della Rocca, Sara Rocco, Serena Urti
costumi Mara Caputo
senografia Enzo Greco
disegno e luci Benito Ruggia
Eboli, Teatro Italia, 26 gennaio 2016