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La critica - Recensioni studenti

Le recensioni degli studenti di Letteratura Teatrale Italiana a.a. 2015-2016

ALINA TKACHENIA: Notturno di donna con ospiti, 2 dicembre 2015

Stanislavskij diceva: “Il teatro comincia dal guardaroba”. Almeno per uno spettatore. Perché è lì, già dall’entrata, ad un passo dalla sala con il palcoscenico, dove si svolgerà la magia della messa in scena, che nasce il brivido della partecipazione ad un’esperienza unica: il teatro.
La sera dello spettacolo Notturno di donna con ospiti, quel presentimento si leggeva ovunque, negli eleganti abiti degli spettatori, nelle loro concitate espressioni d’impazienza, ognuno pronto ad assistere al dramma scritto da Annibale Ruccello.
Grazie alla sapiente regia di Enrico Maria Lamanna e alla splendida compagnia composta da talentuosi attori, tra cui Giuliana De Sio nel ruolo della protagonista, lo spettacolo, in scena il 2 dicembre 2015, può essere considerato il migliore e il più autentico tributo per onorare l’anniversario della scomparsa del grande drammaturgo, nella sua città natale, Castellammare di Stabia.
Il dramma si svolge in un luogo apparentemente privo di forma, una casa in piena periferia, composta da due piani ed un giardino, quel luogo misterioso dove la protagonista, Adriana, già dai primi minuti dello spettacolo, supplica il marito di non lasciare aperte le finestre o la porta, ma soprattutto di non affacciarsi. Il comportamento della donna si mescola al calore soffocante provato dagli abitanti dei quartieri tipicamente residenziali, metafora del dramma personale della protagonista.
Adriana è una “casalinga disperata”, rinchiusa nella sua opprimente quotidianità. La donna è inevitabilmente troppo spaventata dalla possibilità di aprire quelle fantomatiche “finestre” e di scontrarsi con tutti quei fantasmi del passato che la priverebbero di ogni gioia e affetto.
La De Sio interpreta in maniera eccezionale il personaggio di Adriana, che colpisce il pubblico fin dalla prima apparizione. In particolare, nella scena della cucina, l’attrice gestisce magistralmente le difficoltà derivanti dal suo ruolo, caratterizzato da continui richiami alla sua nevrosi, che si manifesta tramite tic e frasi, tutte uguali, ripetute in continuazione. Nevrosi generata, probabilmente, dalle angherie dal marito, che ormai la sfrutta come oggetto di sfogo per suoi istinti più bassi. Tuttavia Adriana subisce senza ribellarsi. Tale atto sconvolge e fa provare agli spettatori una compassione intima e continua.
Un grido silenzioso, ma disperato: ecco come appare tra le righe la sua esistenza, a tratti patetica.
L’attrice incarna la parte di una donna senza alcun interesse, salvo quello per la televisione che propone immagini in cui gli spot costituiscono un vero e proprio lavaggio del cervello. Ormai Adriana non ragiona più per conto suo, ripete semplicemente tutto ciò che sente dalla televisione, dalla radio, dal marito e infine dalla propria madre.
Tale rappresentazione, fin dall’inizio, ci travolge con quell’umorismo amaro che rispecchia pienamente lo stato di disperazione e di indolenza, tipico della piccola borghesia.
Il “Notturno” di questa donna sola e consumata nell’anima, viene finalmente sconvolto da alcuni ospiti inaspettati, preludio di un cambiamento importante nella vita di Adriana.
Infatti, la protagonista trova sfogo facilmente solo nel finale, che darà alla tragedia un tocco decisamente noir. Sarà proprio questa scena, dopo un continuo “crescendo”, che dimostrerà dove possono portarci i sogni mai realizzati, nonché il crollo di tutte le illusioni legate all’idea del primo vero amore.
La sapiente regia di Lamanna ha trascinato tutti gli spettatori all’interno della mente di Adriana, giocando con le colonne sonore caratterizzate da canzoni popolari, talmente ben incastrate nel testo da sembrare parte integrante dei dialoghi: la musica trasporta il pubblico altrove, tramite gli effetti audio e visivi, come se si stessero effettivamente “aprendo le finestre” sui dolorosi flashback della sua vita.
Tra questi viaggi nei ricordi c’è un continuo scontro con la realtà del presente, come ad esempio quando Adriana è convinta di ospitare una sua vecchia compagna di scuola, Rosanna, la quale rappresenta tutto ciò che lei sarebbe potuta diventare nella sua vita, prima di abbandonare gli studi a causa del matrimonio forzato.
Nel secondo atto lo spettacolo, che fin dall’inizio poteva trasmettere la tipica atmosfera da commedia borghese, comincia rapidamente a cambiare, attraverso note di tensione che assalgono sempre più lo spettatore. Le luci diventano sempre più oscure, le conversazioni e interazioni fra i protagonisti sempre più folli.
Per Adriana non c’è più via d`uscita da questa casa oscura, da quella che in fin dei conti è la sua mente, piena di fantasmi del passato e del presente, circondata da quel dolore già vissuto che ha tenuto rinchiuso per anni, ma che ha trovato libero sfogo solo in quella notte.
Il risultato inevitabile è stata una standing ovation di ogni componente della sala del teatro di Castellammare di Stabia.
Notturno di donna con ospiti è più di una semplice messa in scena del testo, più della recita spettacolare degli attori, esso rappresenta un’esperienza da acquisire, una lezione di vita assolutamente consigliata al pubblico.

Alina Tkachenia

Scheda dello spettacolo

Notturno di donna con ospiti
di Annibale Ruccello
regia Enrico Maria Lamanna
con Giuliana De Sio, Gino Curcione, Rosaria De Cicco, Andrea De Venuti, Mimmo Esposito, Luigi Iacuzio
scene Roberto Ricci
costumi Teresa Acone
disegno luci Stefano Pirandello
musiche Carlo De Nonno
Una produzione Pietro Mezzasoma
Castellammare di Stabia, Teatro Supercinema, 2 dicembre 2015