Le recensioni degli studenti di Letteratura Teatrale Italiana a.a. 2014-2015
FRANCESCO MUCCI: Una giovinezza eternamente giovane, 11 novembre 2014
Ci sono personaggi la cui importanza artistica e culturale risulta evidente anche e soprattutto con il passare degli anni. Nel caso di Pier Paolo Pasolini ciò che più ne caratterizza il pensiero e le opere è la capacità che ebbe nel saper leggere il proprio tempo e, per certi versi, nell’anticipare in maniera quasi profetica l’attualità della contemporaneità. Ecco perché lo spettacolo interpretato da Roberto Herlitzka nel monologo scritto da Gianni Brogna dal titolo Una giovinezza eternamente giovane, andato in scena al teatro Piccolo Bellini di Napoli martedì 11 Novembre 2014, per la regia di Antonio Calenda, appare un evento importante.
Nello spettacolo è rappresentato lo spirito di Pasolini intento a osservare il proprio corpo esanime proprio lì, dove l’artista trovò la sua indecorosa fine, sulla spiaggia nell’idroscalo di Ostia. Lo spirito si ritrova così ad esporre le proprie teorie, raccontando l’Italia in cui visse, attraverso un’analisi distaccata dovuta alla propria condizione di non-vita, ma allo stesso tempo appassionata, esattamente come era l’autore, citando spesso e volentieri stralci di Petrolio (1992). Uno strepitoso Roberto Herlitzka che, alla veneranda età di 77 anni, non sorprende affatto data l’importante carriera che ha alle proprie spalle, ma piuttosto incanta per la semplicità e la naturalezza con cui espone il pensiero di Pasolini, facendolo rivivere con chiarezza lungo tutto il monologo. L’attore fa sfoggio di un uso sapiente della gestualità, enfatizzando con una voce ferma e pacata la natura eterea del personaggio portato in scena. La regia di Calenda è essenziale, ma accorta: il regista muove lo Spirito di Pasolini lungo tutta la scena, intorno al proprio cadavere, facendolo allontanare nei momenti di riflessione più profonda e nelle lunghe analisi storiche, come ad evidenziare la vitalità del pensiero dell’autore in contrasto con la morte del suo essere fisico. Lo scenario spoglio, e per certi versi degradato, ricorda più un deserto che una spiaggia, un mare di sabbia ideale nel quale lo spirito di Pasolini s’è ormai perso. Gianni Brogna scrive un monologo d’impatto, contrariamente alla moda del momento, proprio per la spiazzante semplicità con cui tratta l’argomento. Particolarmente riuscito l’ultimo momento del testo, nel quale Pasolini ricorda, con parole prive d’odio e con vivida analisi, gli ultimi momenti della sua vita. Appare evidente come il racconto dell’atroce pestaggio non vuole suscitare commozione, bensì una riflessione di tipo etico. Ciò che traspare dal testo è un consequenziale parallelo tra gli anni di Pasolini e i giorni nostri. L’opera evidenzia ancora il carattere profetico del pensiero pasoliniano.
Uno spettacolo, in definitiva, semplice, diretto e quasi perfetto nella messa in scena. Il testo non sembra avere la pretesa di dire nulla di nuovo su Pasolini, ma vuole essere una rilettura pacata, pronunciata quasi sottovoce, che evidenzia un messaggio tanto forte, senza bisogno di essere urlato.
Francesco Mucci
Scheda dello spettacolo
Una giovinezza eternamente giovane
di Gianni Borgna
con Roberto Herlitzka
regia Antonio Calenda