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Raffaele Viviani - Terza pagina

Raffaele Viviani

a cura di Nunzia Acanfora


E ce ne stanno fatiche...

R. Viviani

Le recensioni di Renato Simoni al teatro di Viviani

I Pescatori
Il solito dramma popolare, con l'onore oltraggiato di una donna da vendicare. Cicciariello, giovine padrone di barche, uccide il secondo marito di sua madre, che gli ha sedotto la sorella. Ma lo uccide in modo da non destare alcun sospetto. Finge d'essere nel miglior accordo con lui, lo porta sul mare in barca, e l'annega; e poi attribuisce la morte del padrigno a una disgrazia. Alla sorella dà per marito un bravo ragazzo, che le vuol molto bene e che, messo a parte del terribile segreto, la sposa ugualmente. Commedie come queste sono fatte soprattutto per dar modo a un attore di mostrar ricchezza e varietà d'espressioni, di passare da un'allegrezza finta a una concisa e sorda drammaticità. Il Viviani autore ha, in questo senso, ottimamente servito il Viviani interprete. Inoltre, ha decorato questo vecchio schema con una quantità di episodi comici, e ha aggiunto ai tipi troppo convenzionali del seduttore livido e prepotente, e della vittima, molte macchiette veramente piacevoli. È in questa arte dei particolari e nel sapore fresco del dialogo festoso che il Viviani riesce meglio. Ci sono, nella sua commedia, alcune scene drammatiche fatte bene, ma che si debbono considerare il prodotto di una molto esercitata esperienza teatrale. Io preferisco le altre, nelle quali l'osservazione vivace e la lieta fantasia s'associano con graziosa spontaneità.
Come quasi tutte le nostre compagnie dialettali, anche questa è eccellente. Si può dire che non vi è attore che non sia divertente. Il Viviani, con quel suo viso strambo, mobile e intenso, e l'agilità nervosa della persona, sa dare sempre ai personaggi una vita interessante e caratteristica. Iersera, all'Eden, definì con tocchi di grande efficacia la figura del giovine pescatore, che cova l'odio, medita la vendetta e la compie, simulando sempre una spensieratezza quasi fanciullesca. Fu applaudito dopo tutti gli atti, come autore e come attore, ripetutamente. Dopo il terzo, le chiamate furono cinque o sei, convinte e caldissime. Tra i suoi compagni vanno ricordati le signore Di Furia e Pisano, il Costa, perfetto interprete della serenità arguta e sensata di un vecchio centenario, e il Clement.

Renato SIMONI, "Corriere della Sera", 2 dicembre 1928.