Raffaele Viviani
a cura di Antonella Massa
E ce ne stanno fatiche...
R. Viviani
a cura di Antonella Massa
E ce ne stanno fatiche...
R. Viviani
La prima edizione di poesie fu pubblicata, a Milano, negli anni Trenta dalla casa editrice Mondadori. Questa raccolta, intitolata Tavolozza e curata dallo stesso Viviani, rappresenta la prima testimonianza poetica scritta che egli ci ha lasciato in vita.
La raccolta, divisa in sei sezioni, contiene i tre poemetti: 'A Festa 'e Montevergine, 'A Galleria, 'A Cantata d'e Pasture.
La successiva raccolta, dal titolo E c'è la vita, vide la luce nel giugno del 1940 per l'Editrice Rispoli Anonima di Napoli. Questa raccolta, più ridotta rispetto alla prima, presenta una prefazione curata da Alberto Spaini, non ci deve meravigliare, considerando la data di pubblicazione, la presenza del testo in italiano a fronte in entrambe le raccolte: erano gli anni del regime fascista e la dialettofobia era già largamente diffusa, quindi, il testo in italiano era dovuto ad un'imposizione dello stesso regime.
Diventa indicativo, a questo proposito, il fatto che la raccolta contenga come prime due poesie: 'O Benvenuto a 'o Re e Saluto al Duce. Quest'ultima lirica, recitata da Viviani al teatro Odeon di Milano in occasione della serata in onore di Mussolini, provocò "interminabili entusiastiche dimostrazioni all'indirizzo del Capo. La sera successiva, congedandosi dallo stesso teatro, il Viviani fu costretto a ripetere il Saluto e le acclamazioni furono tali e tante per cui l'attore-autore dovette ancora presentarsi più e più volte alla ribalta".
L'autore di questo articolo sostiene che questa lirica è stata scritta con "fervido cuore italiano e fascista", ma sappiamo bene quanto poco fascismo imperava nel cuore di Viviani, che si ritrovava a dover fare le sole scelte che gli garantissero un posto in teatro.
Nel 1956, a sei anni dalla morte del poeta, fu pubblicata una nuova raccolta che conteneva, oltre alle poesie già edite, quelle seppellite nei copioni delle commedie e quelle inedite possedute da suo figlio Vittorio. Fu una raccolta importante dato che "da tempo, oramai, i precedenti volumi di versi erano diventati introvabili: proprio mentre diventavano più preziosi per l'intelligenza di una singolare e talvolta sconcertante personalità artistica che, per almeno un trentennio, aveva entusiasmato non soltanto gli spettatori napoletani bensì quanti ebbero la ventura di vederlo recitare".
Quest'edizione dal titolo Poesie fu curata da Vasco Pratolini e da Paolo Ricci, vero scopritore della produzione poetica di Viviani, e pubblicata dalla Vallecchi di Firenze.
Fu una rivelazione: i due curatori avevano dato alla letteratura napoletana un testo inestimabile. Questa raccolta comprendeva, infatti, non solo le poesie già pubblicate nelle precedenti raccolte, ma quelle sparse per i copioni delle commedie e quelle assolutamente inedite.
Viviani entrava a far parte dell'olimpo dei poeti napoletani e il saggio critico di Ricci n'è una conferma. Ma il grande valore di questa raccolta è nell'aver riscoperto la validità della poesia di Viviani che "se non è proprio tutta a diciotto carati", è quell'occhio potente che ci mostra la vera Napoli di allora che, se ben si riflette, non è poi così diversa da oggi. Una successiva raccolta, dal titolo Voci e Canti, poiché Viviani così definiva le sue poesie quando le recitava in pubblico, vide la luce nel 1972 con la casa editrice Guida. Questo volume fu diviso in quattro sezioni, che seguendo l'ordine cronologico di composizione delle poesie "rispecchiano via via il configurarsi di una esigenza fortemente soggettiva di un rapporto critico con la realtà: dall'oggettivazione linguistica dell'uomo attraverso la violenta deformazione antifolcloristica dei Mimi al progressivo chiarirsi del poeta di fronte a sé stesso...".
Questa raccolta comprende non solo le poesie già pubblicate nelle precedenti edizioni, ma anche alcuni inediti, reperiti tra il materiale in possesso di Ettore Novi, primo editore del teatro di Raffaele Viviani. Nel 1974 Vittorio Viviani, figlio del poeta, curò la prima delle numerose edizioni per Guida Editori. Egli preferì adottare il criterio di scansione usato da Pratolini e Ricci e non quello di Voci e Canti, poiché riteneva che il primo "puntualizzava i temi della lirica vivianesca nei vari canti (della strada, di malavita, zingareschi, del lavoro, di festa, morali, d'amore, di guerra e di pace): lezione che si è ritenuta valida per una maggiore comprensione, anche al di fuori di Napoli, dei testi".
La raccolta più recente, pubblicata nel 1990 sempre dalla casa editrice Guida, segue il criterio di scansione adottato da Viviani in Tavolozza. L'introduzione è ancora una volta curata da Vittorio Viviani.
Adottare un criterio di scansione che permetteva di "puntualizzare" i temi della lirica vivianesca è stata una delle preoccupazioni centrali dei curatori della sua opera poetica.
Quest'esigenza nasceva dalla necessità di una fruizione più immediata della poesia di Viviani, perché avrebbe trovato grandi difficoltà a diffondersi presso un vasto pubblico; e non solo per il dialetto ma per la forza poetica della parola poetica vivianea.