Francesco Silvestri
a cura di Vincenzo Albano
Questo mondo qua, piccerillo mio, tu non lo sai, tu non lo sai ancora, ma è pieno di colori...
F. Silvestri
a cura di Vincenzo Albano
Questo mondo qua, piccerillo mio, tu non lo sai, tu non lo sai ancora, ma è pieno di colori...
F. Silvestri
Vivo portavoce di drammi reali e mai gridati, che ignoriamo con volontà o grande disattenzione; di vite dimenticate che si consumano, come quella di Hamad, nella ricerca di un pezzettino di carta colorata da mettere assieme agli altri 4758 per festeggiare il proprio carnevale, o di una parola, unica e sola, con cui definirsi dopo la perdita di un figlio, come quella della Donna in grigio. Sono vite scontate e sbagliate che si spengono, come quella dell'Uomo obeso, gonfiando palloncini per alleviare il mal d'amore e l'ansia che ne opprime il petto; o tra il bianco ed il nero dei quadratini di un cruciverba, come "il più grande enigmista del mondo".
Vite stentate ed allucinate, che vedono o vogliono vedere la realtà soltanto attraverso i protagonisti di un fumetto di Batman.
Esistenze "malate", insomma, che si donano alla morte, a cui il tempo non concede che il suo lento trascorrere o un segno sui volti già corrugati, sui corpi già devastati. Esistenze imprigionate nel loro stesso passato come in un luogo deprimente ed angosciante e per le quali la follia sembra essere l'unica libertà possibile.
Che sia anche questa la "felicità eterna"?
"…"Piume" è l'ultimo testo che ho scritto. Avrebbe dovuto chiudere una collaborazione con il Teatro Litta di Milano, sulla base di una trilogia che ne prevedeva l'allestimento successivamente a quello di Saro e le rosa nel 2000 e di Streghe da marciapiede nel 2001. Avevo bisogno di scrivere qualcosa che fosse una sorta di "Verso Damasco", di ricerca della verità, e "Piume" ne ha molta al suo interno…"
(V. ALBANO, Conversazione con Francesco Silvestri, Maggio-Settembre 2005)