Francesco Silvestri
a cura di Vincenzo Albano
Questo mondo qua, piccerillo mio, tu non lo sai, tu non lo sai ancora, ma è pieno di colori...
F. Silvestri
a cura di Vincenzo Albano
Questo mondo qua, piccerillo mio, tu non lo sai, tu non lo sai ancora, ma è pieno di colori...
F. Silvestri
Martin Senzasperanza, di mestiere spaventapasseri e "scemo legale", esibisce con un'ufficiale dichiarazione di stupidità l'insufficienza a ricoprire il ruolo di eroe e protetto da essa si destreggia tra le pallottole e le incursioni del Generale Generalissimo Scorfi. Tra gag e bizzarre trovate, finte esecuzioni e resurrezioni provvidenziali, Martin conduce la sua personale "guerra alla guerra", trasformandosi in un "eroe per caso" prodigato a restituire all'umanità disumanata il privilegio della felicità e dell'emozione dell'infanzia.
Dal suo voluminoso sacco tira fuori un'inesauribile riserva di oggetti di rara ed insolita virtù: l'armonica di Ario e il cavalluccio di legno del Reclutatore, la stampa della città di Napoli che fu culla del Generalissimo e la palla del Soldatino dispongono del dono eccezionale di riconsegnare al possessore la dimensione smarrita di una età giocosa e spensierata. Di più, la svariata oggettistica si offre quale simbolo metonimico della esistenza medesima di ogni rappresentante dell'universo umano.
Martin, un po'clown, un po'guitto, un po' marionetta, saggio e disincantato, è uno di quelli che può giocare con la vita, scacciare la tristezza, dire impunemente ogni verità, sconfiggere la presunzione, la violenza, la cattiveria, la morte. È proprio il distruggere con queste armi l'immagine cupa ed angosciosa di quest'ultima il regalo conciliante oltre ogni immaginazione.
Madama Morte non fa paura agli "sciocchi" e il loro non aver paura li salva, li rende invincibili, lieti eroi di una battaglia combattuta tra pavidi saggi.
"…Nel 1986 presentai "Martin", fuori concorso, al Festival di teatro per ragazzi di Battipaglia. La mia idea fu quella di presentare dieci minuti di spettacolo al giorno prima dell'inizio di quello in cartellone. Una puntata al giorno, per sei giorni, ed al settimo avrei fatto l'intero spettacolo con la puntata finale. La proposta si rivelò vincente. La gente si appassionò alle puntate proprio come quelle in televisione. I centocinquanta giurati impugnarono il regolamento, minacciando di non assegnare nessun premio se non avesse vinto "La guerra di Martin"…"
(V. ALBANO, Conversazione con Francesco Silvestri, Maggio-Settembre 2005)