Francesco Silvestri
a cura di Vincenzo Albano
Questo mondo qua, piccerillo mio, tu non lo sai, tu non lo sai ancora, ma è pieno di colori...
F. Silvestri
a cura di Vincenzo Albano
Questo mondo qua, piccerillo mio, tu non lo sai, tu non lo sai ancora, ma è pieno di colori...
F. Silvestri
È la visita che quotidianamente Gildo rende in ospedale al fratello colpito da una malattia di cui non sa o di cui non pronuncia il nome, Aids. Egli ha poco più di un'ora per stargli vicino e tutto il resto della giornata per pensare al momento in cui potrà donargli il suo amore.
Mente alla madre che lo crede in Chiesa, altrimenti si arrabbierebbe, e non può dirsi casuale questa menzogna perché gli atti con cui si dedica alla cura del fratello configurano una vera e propria liturgia laica scandita dalle parole della Messa cattolica recitate a memoria, tanto che il rito perde la sua sacralità per assumere il valore formale di scansione temporale, per poter fare tutto e bene prima di ritornare a casa e non farsi scoprire. Portatore di un lieve handicap fisico, Gildo cerca di nutrirlo, lo spoglia, lo lava, compie metodicamente tutti gli atti di assistenza necessari a colmare i silenzi ed il vuoto creato tanto dalla reticenza del personale quanto dalla indifferenza, dalla vergogna oppure, perché no, dal dolore della famiglia. Di questo si arrabbia con tutti e vorrebbe esplodere, ma subito si placa quasi avvertendo che "l'offesa alla dignità è un carico immane ed il fratellino, chiuso nel suo silenzio, ha già le spalle curve". Meglio distrarlo scherzando, raccontando storielle, strane fiabe, qualcosa di sé, meglio tentare di farlo sorridere mostrandogli un aquilone, meglio giocare col borotalco come se fosse neve o trasformare, con la matita per il trucco rubata alla madre, le macchie del sarcoma di Kaposi in tatuaggi all'ultima moda nel tentativo di esorcizzarle. Meglio dargli, in quel giorno divenuto per questo speciale, la sorpresa, cioè la "medicina che costa proprio assai", che non danno a tutti, ma che ha appreso essere l'unica per farlo star bene.
"…"Fratellini" mi ha messo sotto una lente d'ingrandimento, ricollegandomi a quanto avevo fatto in precedenza…L'idea è nata ascoltando un'intervista televisiva dove si parlava del profilattico come l'unica medicina contro la "terribile malattia". Mia madre mi chiese perché, a questo punto, non l'avessero data a tutti. Questa beata innocenza mi ha portato a pensare al personaggio di Gildo. Mamma non lo ha mai visto. Restò scossa da Effetto C.C. (Il topolino Crick) e fui stesso io a metterla in guardia…"
(V. ALBANO, Conversazione con Francesco Silvestri, Maggio-Settembre 2005)