Manlio Santanelli
a cura di Barbara Barone
Beati i senza tetto perché vedranno il cielo.
M. Santanelli
a cura di Barbara Barone
Beati i senza tetto perché vedranno il cielo.
M. Santanelli
Negli autori del teatro napoletano di generazione post-eduardiana Napoli non è più la città del sole, del mare e della gioia di vivere. La città partenopea non è più vista in modo riduttivo come un luogo in cui si riesce a sorridere anche delle disgrazie, come recitano i versi di note canzonette.
Napoli è per Santanelli, ma anche per altri autori come Moscato e Ruccello, "una zona oscura e notturna, dominata dall'irrazionale, dalla follia e dalla morte" come afferma Luciana Libero in Dopo Eduardo.
Lo stesso autore afferma "quando scrivo: ambientazione in una città come Napoli, mi riferisco ad una città ingovernabile", quale ci appare in diverse commedie, una per tutte Uscita d'Emergenza.
Se Scarpetta, Petito, Viviani ed Eduardo mitigavano il degrado ed il dolore di Napoli mostrandola così come avrebbero voluto che fosse, la generazione di autori post-eduardiana con crudezza e violenza squarcia questo velo.