Enzo Moscato
a cura di Isabella Selmin
Nessuna parola già detta andrebbe abbandonata mai, in teatro.
E. Moscato
a cura di Isabella Selmin
Nessuna parola già detta andrebbe abbandonata mai, in teatro.
E. Moscato
Il lavoro avvicina e sovrappone, quasi senza soluzioni di continuità, due universi di scrittura, lontani eppure molto affini tra di loro: quello del narratore cinese, Bai Xianyong (balzato di recente alla ribalta della cronaca e del successo, dopo anni di ostracismo e di censure, da parte delle autorità politiche della Repubblica Popolare Cinese, per i temi "scandalosi" dei suoi romanzi, tutti incentrati attorno ai cosiddetti niezi, i ragazzi di cristallo, ovvero i ragazzi di vita, di Taiwan e di Pechino) e quello di Enzo Moscato, impegnato da sempre, nella a noi più vicina "galassia-Napoli", a rappresentare, attraverso le figure, tematiche e formali, della Notte e dei Travestiti, la complessa e colorata dimensione dei mondi paralleli, eppure oppositivi, alla Normalità. Quel variegato popolo di orfani e di "deracinès", di creature messe al bando dal collettivo, e che pure, loro malgrado, riescono poi a porsi o a diventare dei piccoli ed ironici "maestri", degli impagabili istruttori, di speranze e di dolore, per altre e più giovani generazioni di "diversi", affascinate, più che non si pensi, dal "no" e dal "rifiuto" dei falsi, quanto comodi, valori dell'opportunismo sociale.
(Note dell'Autore)