Enzo Moscato
a cura di Isabella Selmin
Nessuna parola già detta andrebbe abbandonata mai, in teatro.
E. Moscato
a cura di Isabella Selmin
Nessuna parola già detta andrebbe abbandonata mai, in teatro.
E. Moscato
Co' Stell'Azioni di Enzo Moscato, può essere letto come il passo o il tratto, ulteriore della lunga e complessa ricerca dell'autore attore napoletano sul Teatro, o del Teatro, che, poco a poco, e corrosivamente, tende ad abolire, dal centro della rappresentazione, un suo Centro appunto, un Significato, un Discorso, un Senso, cardinali e dominanti, per respirare, invece, soltanto periferie, sconfinamenti, a-significanze, allussioni, ellissi, vale a dire tutto ciò che, nell'universo della messa in scena scritta o agita, è tenuto in vile conto di contorno, bordo, limite, confine, secondarietà, obliquità, rispetto allo Specifico, all'Unicum, all'Ideologia, al Messaggio, senza di che, la Rappresentazione, come già avvertiva Artaud, la legge e la necessità medesime della Rappresentazione, non hanno ragione e luogo alcuno di esistenza.
In Co' Stell'Azioni, al contrario, i limiti e gli opposti, le differenze, le dissintonie, gli scarti, le separate aree, o connotazioni, degli elementi del Teatro, si cerca di toccarli ed incrociarli, sottoporli tra di loro ad un energico esercizio di reciproca infezione, ibridazione, scambio fino a sfiorare, qualche volta, e volutamente, il Neutro, la Dis Identità, e così facendo emergere una sorta di intermittente Caos (o Canto?) dei destini, galassia debordante, nebulosa, gonfia ed eccentrica, di parole, suoni, gesti, una cos' stell'azione, appunto, di cui ciascun frammento vita, ciascun individuale apporto di lingua, storia, corpo, è, a sua volta, centro, faro luminoso, astro significante e principe per gli altri, gli altri essendo, null'altro che la vociante e, a tratti, muta, pulsionalità che ci attraversa, ridicolo e grottesco "eccesso vita", che nel suo plebeo, barocco autoritratto, rimanda a sgangherate e colte parodie, della Spoon River's Anthology di Lee Masters, al Viviani della Musica dei ciechi, al sibillino, oracolare Jean Cocteau del Richiamo all'Ordine.
(Note dell'Autore)