unisa ITA  unisa ENG


Enzo Moscato - Il teatro

Enzo Moscato

a cura di Isabella Selmin


Nessuna parola già detta andrebbe abbandonata mai, in teatro.

E. Moscato

 

Cantà

Cantà riprende l'ispirazione canor-recitativa iniziata con Embargos, altalena incessante di brani di scrittura e di canzoni, spettacolo fortunato, apprezzato dal pubblico e dalla critica e insignito nel 1994, e con esso anche l'omonimo disco che ne raccoglieva i brani musicali, con il Premio UBU. Proseguendo in questa direzione Enzo Moscato scrive e interpreta Cantà, secondo disco e seconda serata teatrale tratta da quello. Un recital tra canzoni e meta-canzoniere, "una ulteriore passeggiata - come suggerisce l'autore - sconfinante tra parola e ritmo, riflessione ironicamente metafisica sul canto e corpo, o estensione fisica, del canto medesimo".
Una ricerca attraverso sonorità e saperi che trovano una forma, di volta in volta, singolare affidati ai quindici brani (già raccolti in un cd), arrangiati e rielaborati nella versione colta e sintetica di Pasquale Scialò. Il passato incontra il presente per sintonizzarsi con la malia della creazione dell'attore che "dice" nella penombra del palcoscenico.
In scena Moscato cita Brecht, Apollinare, Ortese, oppure propone ritmi presi a prestito da certa musica pop, offrendoli al pubblico "senza fasulle soluzioni di continuità, senza artificiose fratture, senza schizzinose chiusure di gusto musicale", spaziando da Paul Anka a Becaud, a De Andrè e ancora Modugno, Tenco, Bindi.
Il Cantà di Moscato si muove tra frammenti di ricordi e lievi archeologie che si sposano con le provocazioni della sintassi a cui l'artista ci ha abituato nel lungo tempo del suo percorso di teatro.