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Autori - Enzo Moscato

Enzo Moscato

a cura di Isabella Selmin


Nessuna parola già detta andrebbe abbandonata mai, in teatro.

E. Moscato

 

La lingua

Fra i maggiori esponenti della nuova generazione del teatro napoletano, Enzo Moscato si avvale, come un altro autorevole drammaturgo napoletano Annibale Ruccello, di un tipo di scrittura teatrale tradizionale ed insieme innovativa dando così vita ad una produzione letterario-teatrale che è vicina per struttura e forma a quella di altri scrittori contemporanei.
Nell'uso linguistico della lingua napoletana sono frequenti le adozioni di termini provenienti soprattutto dai mass media che rendono la lingua allo stesso tempo recettiva e viva consentendole di assimilare, rielaborandoli, vocaboli ad essa estranei.
Nei suoi lavori teatrali troviamo un ardito ma ben calibrato pastiche linguistico; la lingua napoletana come base, come denominatore comune, ed il gioco goliardico, condotto con immensa naturalezza, con termini inglesi e per lo più francesi e tedeschi.
La scelta di Moscato dell'uso del dialetto napoletano è fatto nativo ma anche culturale; nel momento in cui lo adopera, esso è comprensivo di maggiore vivacità poiché non deviato, non svilito della sua forza che non appiattisce, anzi esalta i valori espressivi.
Scelta pure consapevole dell'Autore è quella del dialetto napoletano di tutte le provenienze, dal classico barocco al moderno dei bassifondi unito agli inserimenti di altre lingue, per creare un cortocircuito linguistico e di significati che rendono più ricca la lingua e completa la sua espressione.
A proposito del suo lavoro intellettuale e di ricerca si deve mettere in rilievo la scelta formale; Moscato rompe con la tradizione, con il recupero della classicità teatrale greca a favore di una classicità narrativa e meno rappresentativa. Non rappresenta il nucleo drammatico della vicenda ma affida ad un attore-narratore questo fondamentale elemento formale.
A mio avviso significa riandare formalmente ad una tradizione orale.
Altra scelta formale significativa di Moscato è quella di apporre sul copione molte note di regia o didascalie; le tematiche sono principalmente l'esasperazione e la spinta a livelli estremi delle condizioni più negative del vivere moderno. Questo tipo di considerazione si può dedurre da varie messinscene, non ultima Rasoi.
Da quanto detto si delinea un Moscato colto e allo stesso tempo prossimo ad autori come Viviani, che attinge inoltre con certa larghezza dalla tradizione orale e dalla popolarità.