Roberto Bracco
a cura di Marilena Gentile e Samanta Scidone
Il teatro di prosa - non par vero - è un po'... come l'Amore, quanto più si discorre d'Amore, tanto meno l'Amore finisce.
R. Bracco
a cura di Marilena Gentile e Samanta Scidone
Il teatro di prosa - non par vero - è un po'... come l'Amore, quanto più si discorre d'Amore, tanto meno l'Amore finisce.
R. Bracco
I personaggi del teatro di Bracco non sono astratti simboli di un'idea, piuttosto sono figure vive e scavate nella realtà; spesso vittime di passioni e tormenti realmente tangibili. Essi incarnano i drammi dell'umanità ed escono dalla penna di Bracco per assumere, sulla carta e sulla scena, uno spessore di realtà e di umanità che li fa apparire come uomini vivi "in carne ed ossa".
Bracco dà un ampio spazio a tutti i suoi personaggi, anche a quelli minori, ma nella sua opera le vere protagoniste sono le donne, al punto che si è parlato spesso di femminismo bracchiano anche se va sottolineato che Bracco, in qualità di drammaturgo neo-idealista, prende a cuore tutte le cause in cui sono in gioco i diritti dell'anima e dell'ideale e, quindi, in quest'ottica, anche quella femminile.
Il personaggio femminile nel teatro di Bracco è una donna stanca di subire le oppressioni altrui, ma lungi dall'essere una donna mascolinizzata, altro non è che una personalità liberata.
Con Bracco, infatti, la donna smette di essere sottomessa all'uomo e diventa una persona libera, con i suoi diritti e la sua dignità; è dotata di una peculiare intelligenza che sarà il suo passaporto per riscattarsi nei confronti di un universo maschile e maschilista che la vuole moglie e madre senza una mente pensante e senza altre aspirazioni al di fuori della famiglia.
È da una tale concezione mentale della figura femminile che nascono le grandi donne bracchiane come, ad esempio, Betta di Non fare ad altri (che, pur essendo stata un'adultera, sfrutta un errore del marito per capovolgere la situazione a suo favore e smascherare un uomo che, mentre cerca di accusarla, viene scoperto per essere stato, a sua volta, adultero); Clara de' L'infedele (una donna onesta e fedele che per punire il marito, ingiustamente geloso e sospettoso, gli fa credere di avere un'amante anche se non è vero) o ancora Claudia di Maternità (che vive accanto ad un marito infedele e subdolo e coglie la maternità come un modo per riscattarsi e gettarsi anima e corpo in qualcosa che sia solo suo, facendo credere al coniuge senza scrupoli, che ha avuto un amante e che il figlio che porta in grembo è il frutto della loro relazione).
In effetti la donna di Bracco è ancora vittoriana, ma va lentamente acquistando consapevolezza di sé e trova il coraggio di non essere più vittima silenziosa e di dimostrare che una donna non è la metà di un uomo, ma è un essere umano "completo", capace ed autosufficiente.