Roberto Bracco
a cura di Marilena Gentile e Samanta Scidone
Il teatro di prosa - non par vero - è un po'... come l'Amore, quanto più si discorre d'Amore, tanto meno l'Amore finisce.
R. Bracco
a cura di Marilena Gentile e Samanta Scidone
Il teatro di prosa - non par vero - è un po'... come l'Amore, quanto più si discorre d'Amore, tanto meno l'Amore finisce.
R. Bracco
La produzione teatrale di Bracco trae origine dal Verismo per approdare a Pirandello. L'attività artistica di Bracco si snoda negli anni dal 1866 fino al 1922, insieme a Buti è, senza dubbio, uno degli esponenti più significativi della corrente neoidealistica e ibseniana. Quindi, Bracco è un autore fondamentale nell'evoluzione del teatro italiano tra Ottocento e Novecento; è anticipatore dei temi e delle problematiche trattate in seguito dai drammaturghi del Novecento. Bracco è uno scrittore molto attento a quelle che sono le variazioni del suo tempo; il suo animo inquieto lo porta nelle ultime opere a trattare problemi totalmente nuovi per la sua epoca e ad essere visto come un vero e proprio precursore dei tempi.
L'autore si dedica all'analisi del subcosciente ed al problema dello sdoppiamento della personalità, tematiche che lo avvicinano a Pirandello, pur con differenze formali notevoli. Con il dramma Il piccolo santo (1910), riconosciuto dalla critica come il più importante, precorre la tecnica intimista, il cosiddetto "teatro del silenzio" o "teatro del non detto". Bracco nella Prefazione a Il piccolo santo scrive: "Con questo dramma, io tento - ancora - un'arte che sembra troppo vaga a chi non ha voglia di concedermi una percezione acutamente alacre e a chi, pur essendo disposto a concedermela, non ha la facoltà di acuire il suo pensiero nell'esercizio della trasmigrazione verso il pensiero altrui. […] Mi è stato detto e ridetto che il teatro non consente il proposito di far comprendere ciò che non sia espresso dalle parole e dagli atti dei personaggi. Questo proposito […] non è presumibilmente che nel novellatore e nel romanziere […]. Tuttavia, mi ostino a credere - imprudentemente - che un complesso sintetico di segni significativi possa bene conferire alla scena la trasparenza necessaria a rendere comprensibile anche quello che non è veramente espresso". Silvio D'amico afferma che Bracco anticipa Bernard nonché Freud mettendo in scena il dramma del subconscio, il dramma quindi viene fuori dall'inespresso.
L'opera di Bracco viene apprezzata dai critici del suo tempo a partire da Simoni passando per Levi, Tonelli e Oliva, le sue opere fino all'affermazione di Pirandello vengono rappresentate in Italia e all'estero ottenendo notevoli successi. È doveroso ricordare che nelle messinscena fuori dall'Italia riscuotono ottimi consensi sia i drammi che le commedie briose.