Roberto Bracco
a cura di Marilena Gentile e Samanta Scidone
Il teatro di prosa - non par vero - è un po'... come l'Amore, quanto più si discorre d'Amore, tanto meno l'Amore finisce.
R. Bracco
a cura di Marilena Gentile e Samanta Scidone
Il teatro di prosa - non par vero - è un po'... come l'Amore, quanto più si discorre d'Amore, tanto meno l'Amore finisce.
R. Bracco
Nel 1882 il direttore del "Corriere del mattino" di Napoli, Martino Cafiero invita Bracco a scrivere una canzone in dialetto napoletano; nasce Salamelic, musicata da Luigi Caracciolo che, pur vivendo a Londra era in quel periodo di passaggio a Napoli.
Caracciolo che non aveva voluto musicare i versi di Nannì di Di Giacomo, scrive la musica per i difficili versi di Bracco, definendo Salamelic "grigia, affliggente, opprimente e plumbea".
Alla Festa di Piedigrotta nello stesso anno Bracco riceve il consenso del pubblico e della critica musicale e se ne meraviglia.
Lo stesso "Corriere del Mattino" per ben venti giorni ne decanta le virtù, e il tenore Panzetta insieme al baritono Colonnese ottengono dal pubblico un autentico trionfo mentre cantano la canzone dai balconi del giornale indossando sul capo un fez rosso. Salamelic evoca il cannoneggiamento degli inglesi in Egitto e l'esodo degli operai italiani; per la tipologia della scrittura rientra, come tutte le altre canzoni di Bracco, nello schema tipico della canzone dell'ultimo Ottocento napoletano; il testo nasce prima della musica, quasi poesia musicata, spontanea e fresca espressione di arte.
Bracco, anche se fuori dai canoni consueti, è autore anche della sola musica, come 'A frangetta il cui testo viene scritto da Salvatore Di Giacomo nel 1884. La musica de 'O munno a' smerza, il cui testo è di Mario Costa, è composta da cinque autori: Dal Bono e Migliaro (pittori), una musicofila quale Adele d'Arienzo moglie di Dal Bono, e due poeti come Bracco e Colautti.
In genere l'ispirazione per i testi delle sue canzoni viene sempre da ricorrenze intime o ufficiali è il caso di Primmavera che viene musicata da Mario Costa e dedicata alla futura moglie del musicista.
'A napulitana cantata da Blanche Lescaut al Salone Margherita di Napoli nasce sulla scia del successo ottenuto da una canzone di Mario Costa intitolata A frangesa; lo stesso Costa dopo il successo riscosso, voleva lanciare una canzone che ricordasse quella, nei versi infatti, viene riproposta la frase "songo frangesa e vengo da Parigge" Tarantì tarantella (il cui titolo viene suggerito da Turco l'autore di Funiculì funiculà), fu scritta per la città di Taranto, nel 1889, in occasione dell'inaugurazione dei bacini di carenaggio e del ponte girevole.
In città vi erano molti giornalisti, letterati e artisti e la canzone nacque durante la cena offerta dai tarantini. Le prime parole raccontano dei due mari di Taranto, il mare piccolo e il mare grande divisi da una lingua di terra che crea un effetto ottico.
Nel 1883 Bracco scrive una canzone molto triste assolutamente particolare in cui intende protestare contro i festeggiamenti di Piedigrotta dopo il terremoto di Casamicciola: I' resto ccà che fu musicata dal direttore d'orchestra del teatro San Carlo di Napoli, Giuseppe dell'Orefice.
La canzone di Bracco più famosa è Comme te voglio amà, del 1887, musicata da Valente.
Come nel teatro così nella canzone, la donna ha un ruolo centrale: dalla "nennella approfittatrice" di 'Ombrello( musicata da Valente) alla Sirena di Pesca d' amore, passando per le figure delle donne tranesi in Cuntentate è guardà.
Nel 1894 al Circo delle Varietà, Amina Vargas canta Africanella, prima e diversa "faccetta nera", musicata da Carlo Clausetti che diverrà direttore della casa musicale Ricordi.
Bracco come autore di testi di canzoni meriterà anche il riconoscimento di riformatore del duettino civettuolo e sentimentale. Basta ca po'! e 'O scrivano, musicate sempre dal Valente,Nu viecchio e na vecchia elogio dell'amore senile, sono esempio dei suoi duetti musicali.
Nel 1901 con De Leva scrive Nu passariello spierzo, poi Durmenno che fu una delle interpretazioni più riuscite di De Lucia. Ancora nel 1917 con Ernesto de Curtis presenta nuovamente a Piedigrotta Sentinella.
La canzone sarà sempre la sua vocazione mai ripudiata, nemmeno durante i suoi trionfi teatrali; la sua napoletanità spesso soffocata nella scrittura drammaturgica, viene espressa senza limitazioni nelle sue canzoni; se ne contano circa sessanta brani, ma l'elenco è sicuramente destinato ad allungarsi.
Il seguente elenco di canzoni, definite dallo stesso Bracco Versi musicabili, è raccolto nel volume XXII dell'Opera omnia edita da G. Carabba.